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1.5.14

I grillini inciampano ancora una volta sugli scontrini



Non c'è verso di farli andare d'accordo. I grillini e gli scontrini proprio non si prendono.
Dopo le infinite polemiche seguite alle elezioni del 2013, dopo che alcuni parlamentari sono saliti alla ribalta per averli smarriti (e quindi ciao rendicontazione), dopo che qualche altro parlamentare gli scontrini li ha presentati, ma a tutti sono sembrati un po' eccessivi, è la volta dello scontrino della spesa di Pina Picierno.
Si torna ancora a parlare degli 80 euro che il Governo garantisce in più in busta paga ai lavoratori dipendenti che guadagnano tra gli 8.000 ed i 24.000 euro. 
La deputata del PD (capolista alla circoscrizione Sud alle prossime elezioni europee) ha prima dichiarato che con 80 euro "ci si fa la spesa per due settimane" e poi si è presentata in tv, a Ballarò, con lo scontrino della spesa fatta quello stesso giorno.
Sul fatto che i conti di Pina Picierno fossero tutt'altro che sballati ho già scritto, (seppure con qualche imprecisione - non sono uno statistico - che mi è stata giustamente fatta rilevare nei commenti) e qualcuno si è già cimentato in esperimenti pratici.
La questione sembrerebbe chiusa, ma dal suo blog Grillo, con un pezzo firmato da Massimo Lanfranconi di Lecco, oggi torna ad attaccare la deputata del PD, scrivendo, tra l'altro, che "Floris che legge ogni singola voce dello scontrino portato dalla piddina Picierno, autrice di una gaffe memorabile, è una delle pagine più surreali, servili, false, indecorose e grottesche della Tv italiana di tutti i tempi."
Scorrendo i commenti, tra le varie presunte prove della falsità della spesa di Pina Picierno, più di qualcuno grida allo scandalo per l'evidente manipolazione: "dove si è mai visto uno scontrino fronte retro???1?" si chiedono i supporter a 5 stelle.
Ovemai ce ne fosse bisogno, questa è l'ennesima prova che i grillini hanno poca dimestichezza con i conti e con gli scontrini. Pina Picierno la spesa è andata a farla in un supermercato della catena Auchan, come si evince dalle numerose foto circolate, e in tale catena, già da qualche anno, sono state introdotte alle casse stampanti speciali che, allo scopo di risparmiare carta, stampano gli scontrini, appunto, fronte retro.
Sul sito della Auchan se ne parla nel loro bilancio sociale del 2010, ma in rete (ah, la rete, a saperla usare invece di invocarla soltanto) sono parecchie le testimonianze che si incontrano qui e la. Se ne parla qui, qui e qui, ad esempio.
Che dire, ormai siamo rassegnati: speriamo solo che si rassegnino anche i grillini e magari si mettano a parlare di qualcos'altro.

16.4.14

La verità sulla modifica del 416-ter



Vista la gran caciara che si è scatenata sulla riforma dell'art. 416-ter, metto qui un piccolo promemoria, in modo che ognuno si possa fare la sua idea.
Partiamo dalla precedente formulazione dell'art. 416-ter - Scambio elettorale politico-mafioso:
La pena stabilita dal primo comma dell'articolo 416-bis si applica anche a chi ottiene la promessa di voti prevista dal terzo comma del medesimo articolo 416-bis in cambio della erogazione di denaro.
Nella vecchia formulazione, quindi, c'è un doppio richiamo all'art. 416-bis che recita:
Chiunque fa parte di un'associazione di tipo mafioso formata da tre o più persone, è punito con la reclusione da sette a dodici anni. [...]
L'associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgano della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri, ovvero al fine di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in occasione di consultazioni elettorali.[...]
Veniamo ora alle modifiche approvate oggi in via definitiva.
Il 416-ter è oggetto di tentativi di modifica da anni. Se si inserisce "416-ter" nel motore di ricerca del Senato vengono restituiti 691 atti parlamentari. Ci sono proposte di modifica presentate già nel 2001.
La modifica che è stata approvata, invece, ha cominciato il suo iter parlamentare alla Camera il 16 luglio 2013. In quell'occasione fu approvato il seguente testo:
Chiunque accetta consapevolmente il procacciamento di voti con le modalità previste dal terzo comma dell'art. 416-bis in cambio dell'erogazione di denaro o di altre utilità è punito con la reclusione da quattro a dieci anni. La stessa pena si applica a chi procaccia voti con le modalità previste nel primo comma.
Questo testo fu approvato anche dal Movimento 5 stelle. L'On. Micillo nell'intervento che ascoltate qui sotto parlò di quel provvedimento addirittura di un esempio di come "lavorare insieme è possibile", seppur rilevando l'auspicio di voler approvare un provvedimento con pene più alte.





Il provvedimento prosegue il suo iter.
Il 28 gennaio 2014 il Senato lo approva con questa formulazione (in neretto le modifiche):

Chiunque accetta la promessa di procurare voti mediante le modalità di cui al terzo comma dell'articolo 416-bis in cambio dell'erogazione o della promessa di erogazione di denaro o di qualunque altra utilità ovvero in cambio della disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze dell'associazione è punito con la stessa pena stabilita nel primo comma dell'articolo 416-bis.La stessa pena si applica a chi promette di procurare voti con le modalità di cui al primo comma
In questa formulazione, quindi, la pena viene fissata "da 7 a 12 anni" (per via del riferimento al 416-bis).

Il 3 aprile la Camera approva il testo modificandolo:
Chiunque accetta la promessa di procurare voti mediante le modalità di cui al terzo comma dell'articolo 416-bis in cambio dell'erogazione o della promessa di erogazione di denaro o di altra utilità è punito con la reclusione da quattro a dieci anni. La stessa pena si applica a chi procaccia voti con le modalità indicate al primo comma.

Lo stesso identico testo viene infine approvato dal Senato oggi, 16 aprile 2014.

Questi i fatti.
Come chiunque può notare, il testo finale del provvedimento è abbastanza simile (uguale nella determinazione delle pene) a quello approvato in prima lettura il 16 luglio 2013, con l'approvazione anche del Movimento 5 Stelle e con la relazione positiva di Micillo. 
Cambiare idea è certamente lecito, così come è legittimo auspicare pene più severe, ma credo che Grillo dovrebbe spiegare agli italiani, visto che chiama mafiosi quelli che hanno approvato oggi la legge, se anche il Movimento 5 stelle sia stato mafioso il 16 luglio 2013. O, forse, più semplicemente, dovrebbe abbassare i toni e, magari, utilizzare quelli critici ma costruttivi che abbiamo sentito utilizzare da parte di Micillo alla Camera.

24.1.14

Grillo preferisce perdere.




Va gridando ai quattro venti che vuole cambiare l'Italia, che il Movimento 5 Stelle vuole mandare tutti a casa, ma ieri, durante la conferenza convocata per la stampa estera, abbiamo scoperto la verità: Grillo di governare non ne vuole proprio sapere.
Il solo pensiero lo fa impazzire.
Farebbe, anzi, fa qualunque cosa cosa pur di non governare. 
Sappiamo tutti che a Febbraio del 2013, dopo lo straordinario risultato elettorale che ha conseguito alle elezioni, gli fu offerto di formare un governo insieme al PD di Bersani. Un governo di scopo, visto che l'ex segretario del PD aveva individuato 8 punti specifici da affrontare.
Non se ne fece niente. Il Movimento rifiutò davanti agli occhi di tutti, in un memorabile confronto in diretta streaming alla fine del quale ci siamo augurati tutti che davvero il M5S provvedesse a cambiare i capigruppo ogni 3 mesi (promessa che per fortuna hanno mantenuto).
Non se n'è fatto niente quando, un mesetto fa, Matteo Renzi ha proposto il famoso #beppefirmaqui, un pacchetto di riforme istituzionali in grado di far risparmiare un miliardo di euro all'anno, per sempre, all'Italia.
E niente di fatto nemmeno per la legge elettorale, sulla quale Grillo e Casaleggio hanno deciso che non era nemmeno il caso di ascoltare la proposta del PD.
In tutte queste occasioni il riccioluto genovese si è esibito (tra "zombie", "ebetino" e altre simili amenità) in una serie infinite di scuse impapocchiate alla bell' e meglio. E' andato da "la fiducia mai, ma voteremo le singole proposte", a "questo Parlamento è illegittimo e non può decidere niente" e così via.
Ma la pietra tombale, la vera conferma che Grillo non ha nessuna intenzione di fare alcunché per gli Italiani l'abbiamo avuta ieri durante la conferenza stampa di cui parlavo.
La legge elettorale - ha tuonato Mr. 5 stelle - l'hanno fatta apposta contro di noi. Ci vogliono eliminare!
Quando ho letto questa frase non ci potevo credere. Sono andato a cercare l'audio della conferenza per sentirla con le mie orecchie. Tutto vero. Ha proprio detto così.
Allora sono andato a rileggermi la bozza dell'Italicum, per cercare la parte che contiene la norma elimininacinquestelle. Ma non l'ho trovata. Anche perché il Peppone nazionale mica ce l'ha detto in che modo vogliono farlo fuori.
O meglio, una cosa l'ha detta: 
«La legge elettorale che stanno facendo questi due è per fermare noi che siamo la variabile impazzita». Con l’Italicum «noi saremo tagliati fuori - ha proseguito -immaginate il ballottaggio tra noi e il Pd. A chi indirizzerà il voto Berlusconi con le sue tv e i giornali. Lo sappiamo che non abbiamo scampo per andare al governo.»
Ma come Grillo, perché parli di ballottaggio? Ma se neanche 2 mesi fa, alla vigilia del "memorabile" terzo Vaffanculo Day, avevi detto che i pentastellati avrebbero preso il 51%?
Che è successo, tra Natale e Capodanno hai già ridotto il tuo obiettivo di 16 punti percentuali?
E sì, perché per andare al ballottaggio che tanto temi, caro Mr. 5 Stelle, devi prendere meno del 35%.
E tu che dici sempre che vuoi andare a votare con la legge proporzionale pura attualmente in vigore, dove per "vincere" veramente dovresti prendere il almeno il 51%, ora ti metti paura dell'Italicum dove per vincere basta il 35%? 
Qualcosa non torna.
A meno che.
A meno che non sia proprio questo il problema. Che con questa legge maggioritaria esista una, seppur lontana, possibilità che davvero il Movimento 5 Stelle vinca le elezioni.
Un po' come Nanni Moretti in "aprile" che racconta al telefono "Ho chiesto di assistere al parto, spero mi dicano di no".
Immaginiamo che nessuno lo raggiunga il 35% e che Grillology sia davvero il secondo o, perché no, il primo partito. Cosa realmente gli impedirebbe di vincere le elezioni?
Certo, si potrebbe tentare di condizionare il voto impiantando microchip almeno alla metà degli elettori, ma 22 milioni di microchip non è uno scherzo impiantarli in 2 settimane.
Si potrebbe tentare con l'irrorazione massiccia di gas condizionanti utilizzando gli aerei delle scie chimiche, ma anche qui, mica è semplice.
La realtà è che non c'è proprio niente che impedirebbe a Mr. 5 Stelle di vincere le elezioni a parte, si spera, il buon senso degli Italiani.
E allora, proprio per questo, quella possibilità va scongiurata. Appena Grillo si è reso conto che, con la nuova legge, il suo Movimento potrebbe riuscire vincitore dalle urne è andato in tilt.
Grida al complotto, agita i fantasmi dell'inciucio e dell'autoritarismo.
Come farebbe il Movimento se vincesse?
Leggi, Commissioni, Incontri internazionali, regolamenti, problemi, coperture finanziarie...
E' così comodo starsene lì, senza far nulla.
Preferisce perdere.
Un po' come il cinematografico presidente della Longobarda.


3.1.14

La parabola ittica discendente dei 5 stelle: da "vi apriamo come una scatoletta di tonno" a "muti come pesci".



Che tristezza la censura preventiva dei parlamentari 5 stelle da parte dei loro capi. 
Dovevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno. Dopo 9 mesi sono ridotti al silenzio, devono sottostare alla censura preventiva. Muti come pesci, anime perse che nuotano in una palla, giorno dopo giorno, mese dopo mese, in attesa dell'ordine che arriva dall'altro. Prima almeno Grillo&Casaleggio© si facevano vedere, poi è rimasto il blog, ora siamo agli sms. Che umiliazione.
"Non rispondete a Renzi, risponderemo a tempo debito". Più che una strategia sembra la paura a parlare. Paura che qualcuno degli eletti dal popolo italiano ma che risponde solo a Grillo&Casaleggio© potesse dirsi possibilista sul votare una legge elettorale insieme al PD. 
E sì che li ricordiamo tutti durante le prime settimane di vita parlamentare, per bocca di Crimi e Lombardi, cianciare di modello Sicilia, dire che "alleanze di governo mai, ma voteremo sicuramente le singole proposte che fanno parte del nostro programma".
E dire che il loro programma comincia proprio con una invettiva contro la legge elettorale che c'era e che la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima 
"Il Parlamento non rappresenta più i cittadini che non possono scegliere il candidato, ma solo il simbolo del partito" 
E ci ricordiamo anche la manfrina sulla mozione Giachetti per abolire il porcellum, che fu votata strumentalmente dopo che il PD aveva già deciso di non approvarla. E ora? Ora che c'è la possibilità e, direi, la necessità di approvare la legge elettorale che fanno i grillati? Gridano alla pagliacciata, si astengono, si rifiutano di parlare. Come se fossero dei fratelli d'Italia qualsiasi. Hanno preso 9 milioni di voti e lasceranno che a votare la legge elettorale sia Forza Italia. Potrebbero decidere, si astengono. Poi magari alle prossime elezioni avranno anche il coraggio di ripresentarsi a chiedere il voto ai cittadini, dicendo che loro sono diversi dagli altri, che loro hanno restituito i rimborsi elettorali. Sinceramente, per stare lì a far nulla, per lasciare che decidano sempre gli altri, dovrebbero restituire tutto il resto, mica solo i rimborsi elettorali.

15.12.13

5 stelle: pagati per fare cosa?

Mesi passati a discutere delle diarie, degli scontrini, dei finanziamenti ai gruppi parlamentari. Un movimento il cui pressoché unico vanto è quello di non aver preso i rimborsi elettorali, dopo 10 mesi dalle elezioni di febbraio dovrebbe spiegare a 9 milioni di persone, ma vorrei dire a tutto il paese, che cosa ci sta a fare in Parlamento.
Perché non prendere tutti i soldi (perché una parte di soldi pubblici il Movimento 5 stelle li prende e come) dello Stato destinati alla politica può essere un vanto a patto di essere produttivi. A patto, cioè, di portare a casa risultati. E invece no.
Nel primo discorso ufficiale da Segretario del PD Matteo Renzi ha offerto un patto al Movimento 5 stelle. Sul tavolo c'è un sacco di roba: la legge elettorale, le riforme istituzionali, tagli alla spesa pubblica per un miliardo di Euro. Un miliardo. Più dell'equivalente che tutti i partiti hanno incassato come rimborsi elettorali negli ultimi 10 anni. Ma, soprattutto, una riforma vera dello Stato, che snellisce le istituzioni, che le rende più funzionali e, dunque, efficienti. 
Da Beppe Grillo sono arrivati i soliti insulti, ribaditi diligentemente dai parlamentari. Ma è per questo che 9 milioni di elettori hanno votato il Movimento 5 stelle? Per lasciare che il blogger genovese insulti i suoi avversari politici esattamente come faceva prima che il suo partito avesse l'exploit che ha avuto?
E tutti quegli eletti? Praticamente i parlamentari 5 stelle sono gli iscritti agli aggiornamenti di un blog più pagati del mondo.
Leggo da più parti che il rifiuto di Grillo sarebbe giustificato dalla proposta "ricattatoria" di Renzi. Beh, questa è chiaramente una scusa, anche abbastanza plateale. Renzi fa un'offerta complessiva nella quale i rimborsi elettorali, tra l'altro destinati comunque a sparire, seppur gradualmente, visto il Decreto Legge approvato l'altro giorno, giocano una parte piccola piccola. Il neo segretario del PD parla di una riforma epocale, coraggiosa. Una proposta che non si è mai sentita prima. Ed è lì, a portata di mano. Per la seconda volta nel 2013 il Movimento 5 stelle ha un'occasione pazzesca e per la seconda volta la sta gettando alle ortiche.
Alle proposte di Bersani venne risposto picche perché il Movimento 5 stelle, tuonava Grillo, non fa accordi di governo con nessuno, "valuteremo le proposte una alla volta". Ecco, Grillo ha valutato la proposta di Renzi ed ha deciso di non votarla. Non ha nemmeno risposto con una controproposta, niente.
Bersani è passato alla storia come quello che voleva smacchiare i giaguari, il Movimento 5 stelle sta passando alla storia per essere stato più gattopardesco della DC: cambiare tutto per non cambiare niente.
(e noi paghiamo).

27.11.13

5 stelle. Pensavo fosse rivoluzione e invece era un calesse.


"Perché calesse? ...per spiegare al meglio la delusione di un qualcosa le cui aspettative non sono state mantenute, poteva essere usato un qualsiasi altro oggetto , una sedia o un tavolo, che si contrappone come oggetto materiale all'amore spirituale che non c'è più. Mi piaceva e poi si possono trovare tante cose con il calesse: si va piano, si va in uno, si va in due, ci sta pure il cavallo...Quando non è più amore ma <>, bisogna avere il coraggio della fine, piano piano, con dolcezza, senza fare male...ci vuole lo stesso impegno e la stessa intensità dell'inizio." (M.Troisi)
Sono tra quelli che avevano riposto una qualche speranza nel risultato elettorale ottenuto dal Movimento 5 stelle. 9 milioni di voti. Tanti parlamentari. A 9 mesi dal voto il mio ottimismo di allora ha lasciato spazio ad una cocente delusione.
La montagna ha partorito un topolino, anzi, a ben guardare nemmeno quello.
Non voglio tanto parlare delle mille chicche e stramberie che i seguaci di Grillo ci hanno regalato in questi mesi (che pure un po' dovrebbero farci riflettere: tra microchip, scie chimiche, Pino Chet, sirene, l'uscita su Nassiriya, etc. etc.). Non mi voglio impicciare nelle loro beghe interne, tra epurazioni ed editti bulgari. Non voglio nemmeno tornare sul fatto che dopo aver passato i primi 100 giorni a parlare di scontrini e diarie hanno poi deciso di usarle, le diarie. E non voglio neanche stigmatizzare alcune forme di "protesta" utilizzate dai parlamentari (le ascese ai tetti del parlamento o i telefonini che suonano in aula) che potrebbero essere un tono di colore da affiancare all'azione istituzionale.
No, la vera delusione viene proprio dalla mancanza di una vera e decisa strategia parlamentare.
Conosco già la risposta dei pentastellati. "tagli alla spesa e reddito di cittadinanza sono una realtà grazie alla nostra esistenza".
Ebbene, rifiuto totalmente questo ragionamento. La battaglia sul reddito di cittadinanza, ad esempio, è vecchia come il cucco. In Europa si organizzavano movimenti transnazionali sul reddito di cittadinanza quando Grillo ancora non sapeva nemmeno cosa fossero i computer che di seguito avrebbe cominciato a spaccare. Negli ultimi 30 anni è stato un cavallo di battaglia di molti partiti di sinistra, rivendicarla da parte del M5S è solo un atto di arroganza.
E poi, che differenza c'è tra un sondaggio, una protesta ed un partito politico che viene eletto in parlamento?
Al M5S sembra sfuggire completamente la differenza tra proposta e protesta, tra denuncia e risultato politico. Sono 106 i deputati del gruppo M5S. E sono 50 i Senatori. Ma davvero ritengono di poter rivendicare come un loro risultato il fatto che altri approvino un provvedimento (peraltro minimo) sul reddito di cittadinanza? Ma davvero ritengono di aver impresso una svolta alla politica italiana?
E per quanto tempo ancora potranno invocare come "scusa" il fatto di non avere il 51% del Parlamento quando sappiamo tutti che ciò non avverrà mai? Un partito che non è stato in grado, dopo la parentesi dell'elezione del Presidente Grasso al Senato, di stringere una sola alleanza in Parlamento, che non ha approvato un solo provvedimento di rilievo, con che faccia si presenta ai propri elettori che ha illuso con la promessa di una rivoluzione? 
Sì, sì. Già li sento. "pdl e pdmenoelle sono la stessa cosa", "vergogna" e "vaffanculo". "Chi ti paga?" e altre amenità simili. Ma tutti gli insulti del mondo non cancelleranno la più grande occasione sprecata dell'Italia Repubblicana.

10.10.13

Grillo, i clandestini e la cialtronaggine

Grosse polemiche, oggi, dopo il post con cui i padroni del Movimento 5 stelle (Grillo e Casaleggio) hanno messo alla gogna i due senatori (Maurizio Buccarella e Andrea Cioffi)rei di aver proposto un emendamento sull'abolizione del reato di clandestinità. L'emendamento, per la cronaca, ha ricevuto il parere favorevole del Governo ed è stato approvato in Commissione Giustizia.
Non voglio entrare nel merito del post dei proprietari del M5S, ma mi ha molto colpito un episodio di cialtroneria.
Nel post c'è un link
sotto le parole "molto più civili del nostro".
Incuriosito vado ad aprire il link, immaginando chissà quale ricerca, quale studio analitico.
Con mia enorme sorpresa, invece, il link porta a questa pagina.

Nientepopodimenoché una lettera a Sergio Romano, che allora teneva una rubrica sul Corriere della Sera. Lettera del 6 giugno 2008.
Una fonte (?) obsoleta. Ma non basta, perché nella lettera c'è un lettore che invoca severità contro l'immigrazione clandestina seguendo l'esempio degli USA ma la risposta di Romano avverte il lettore che sta incorrendo in errore e che l'esempio da lui posto non si riferisce ad un processo per il reato di immigrazione clandestina ma per utilizzo di documenti falsi.
Che dire, su un tema così importante 10 minuti per fare una ricerchina su google un po' più approfondita me li sarei aspettati da quelli che "adesso li apriamo come una scatoletta di tonno". #einvece

18.6.13

Grillo e Civati, tra cene, tumori e pubblicità. Ma un bel dibattito no?

Sul blog di Grillo, che non linko per pudore, è comparso oggi un post osceno contro il parlamentare PD Pippo Civati. Il post si conclude con un sondaggio che forse vorrebbe essere ironico, che elenca le possibili offerte da fare a Bersani per portare Civati nel M5S (visibili in questa immagine, di fianco alla pubblicità del libro di Grillo). La quinta di queste offerte è "Un inceneritore a Bettola per portare fresche neoplasie ai suoi concittadini".

Ora, al di là di ogni considerazione, al di là del fatto che, evidentemente, Grillo non non fa più ridere, al di là degli insulti che riserva a Civati, ma Grillo perché parla delle neoplasie che subirebbero gli abitanti di Bettola a causa dell'installazione di un ipotetico inceneritore e invece non ci parla dell'inceneritore della Parma a 5 stelle governata dal cristallino Pizzarotti? Io sono di un'altra scuola e i tumori non li auguro a nessuno. Ma proprio a nessuno.
Mi spiace anche che Civati, nella sua risposta, perda l'occasione per stigmatizzare l'oscenità pentastellata ed appaia quasi lusingato dall'attenzione (e dalla conseguente pubblicità) che riceve dal comico genovese. Un teatrino che ci saremmo volentieri risparmiati, compreso l'invito a cena. Magari, invece, potrebbero fare un bel confronto politico pubblico, in TV, in una piazza, a casa loro in diretta streaming (in questo caso consiglio di provare e riprovare il collegamento, hai visto mai che all'ultimo momento venga meno). Sarebbe una buona occasione per riempire di contenuti queste baruffe da blogpolitik.

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