4.8.11

Ancora sulla legge che mette un tetto allo sconto sui libri.



Sì, lo so, mentre mezza Italia parla di spread e l'altra mezza è intenta a spalmarsi l'olio solare, questo mio insistere a parlare della legge che mette un tetto agli sconti sui libri è sicuramente fuori luogo. Siccome, però, sono abituato ad essere fuori luogo, me ne sbatto e cerco interlocutori sull'argomento. Su Twitter ho avuto una piacevole chiacchierata con il collettivo Wu Ming e la riporto di seguito:
thiswas: mo l'avete letta la legge anti sconti sui libri? Che ne pensate? Mi interessa molto la vostra opinione.
Wu Ming Foundation: a bocce ferme faremo un post. L'idea di fondo: brutta legge, e al contempo sconti = falso problema, se posto come leggiamo in rete.
Lascia perplessi vedere tanti non accorgersi che stanno cadendo in una trappola ideologica neoliberista (la "mano invisibile").
L'inghippo sta nella peculiarita' della merce-cultura. Ma non si riesce a parlarne su Twitter, tempo al tempo, pazienza, lucidità.
Per ora basti questo: inquieta come persone che normalmente lo aborrono in ogni altro contesto e settore, parlando di libri come se niente fosse sposino il piu' bieco darwinismo sociale e dicano che i librai indipendenti meritano l'estinzione.
thiswas: Per me i piccoli librai non c'entrano. La legge è un favore alle grandi catene e contro Amazon.
WMF: Il fatto che questa legge non le tuteli davvero non vuol dire che le librerie indipendenti non c'entrino
WMF: Il fatto che grandi oligopolisti potessero fare mega-sconti proibitivi per chiunque altro ha fatto morire le librerie come mosche. Il risultato e' stato proprio l'avanzare nelle citta' delle grandi catene, con impoverimento a tutti i livelli.
WMF: Se si attacca questa legge come se venisse dal nulla e fosse stata concepita nel vuoto, guardando solo al tetto x gli sconti agitando per giunta retoriche liberiste sul fatto che il mercato andrebbe sempre e comunque "lasciato fare" si rischia di non capire bene quali siano i veri giochi e quali le tendenze davvero devastanti. Chi fa l'apologia di come sono andate le cose negli USA, evidentemente non sa quanto orridamente livellati e tutti uguali siano la maggior parte dei centri urbani dell'America vera. Magari ha visto solo New York da turista :-)
thiswas: Colpisce l'unanimismo dimostrato dal Parlamento. Toni trionfalistici. E rimane una domanda. Le grandi librerie servono a vendere libri o è vero il contrario? perché se devono vendere i libri di Vespa e Scilipoti... non è meglio che chiudono?
WMF: i politici italiani sono unanimi su tantissime cose, anche quando fingono di litigare. La bozza della legge risale a quando amazon.it non esisteva, ed era anche peggio. Il punto e' che va criticata *nel modo giusto* perché se x criticarla si pretende che facciamo concessioni al liberismo, nein danke.
thiswas: già. Ma ora che un grande negozio online riesce a far sconti maggiori degli oligopolisti... ecco la legge.
WMF: su questo stai tranquillo, questa legge è già obsoleta e aggirata prima ancora di entrare in vigore e gli sconti comunque sono appariscenti, ma nella sostanza hanno nascosto l'aumento costante del prezzo dei libri. In 12 anni il prezzo di Q e' aumentato di 4 euro. E' il 20%. Il corrispettivo sconto e' come i finti saldi di certi negozi.
thiswas: Il liberismo non può andare "bene" solo quando si affama il proletariato. Con questa legge chi ha poco può leggere di meno. Senza sconti chi vuole compare Q lo paga semplicemente 4 euro in più. E domani, probabilmente, saranno 5.
WMF: Gli sconti ci saranno sempre, troveranno formule per aggirare il tetto. Poi Amazon vendera' anche usato e remainders, come altrove
thiswas: Grazie mille a @Wu_Ming_Foundt per l'intenso scambio di opinioni di stamane.Anche se giocoforza spezzettata, è stata una bella discussione.
WMF: @thiswas_ grazie a te. Come si diceva qualche giorno fa, twitter si presta poco a quest'uso, ci torneremo sopra in modi e luoghi consoni.

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