3.6.13

Per i giornali erano "vu cumprà". Oggi sono cittadini italiani.


Da ieri Moustapha Dieng, Cheikh Mbengue e Mor Sougou sono italiani. Si tratta dei tre commercianti senegalesi scampati alla furia omicida di stampo razzista che portò, il 13 dicembre 2011, Gianluca Casseri, intellettuale di Casapound, a trucidare due commercianti Senegalesi, Samb Modou e Diop Morun a Firenze.
La cittadinanza non può rappresentare un risarcimento per quello che i tre uomini hanno sofferto ma, almeno, come dice Kay Wallace su Repubblica, è servito a Matteo Renzi per prendere una posizione netta sulla questione dell'acquisto della cittadinanza. Il tema, per la verità, era stato già sollevato da Bersani durante la campagna per le primarie, prima, e per le politiche poi. Ma con l'avvento del governo Letta era calato il silenzio sulla questione.
Io sono completamente d'accordo con il riconoscere la cittadinanza a chi nasce in Italia, come avviene, ad esempio, negli Stati Uniti. Anche perché non ritengo affatto che la cittadinanza sia un "premio", come sostengono alcuni.
Ma quando ho letto la notizia non è a tutto questo che ho pensato. Ho pensato a come i media italiani trattarono la notizia dell'assassinio di Samb Modou e Diop Morun. Un misto di razzismo e approssimazione con, purtroppo, molti precedenti. Una giornata terribile per i media italiani che parlarono per ore interminabili di "sparatoria" e "vu cumprà", mentre si trattò di una esecuzione e nessuna persona civile si sognerebbe di utilizzare il termine "vu cumprà" per identificare dei commercianti.
All'epoca immortalai la questione in uno storify che trovate qui.
Ne abbiamo di strada da fare.


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