3.10.13

Che noia Berlusconi e Giovanardi. Guardiamo avanti: Stazione Oltremare


Dopo le capriole di Berlusconi di ieri ho letto e ascoltato decine di interventi, analisi, discussioni. Da "per la prima volta Berlusconi è irrilevante" a "Letta ha vinto", da "non sottovalutate il caimano" a "finalmente nasce una destra moderna".
Beh, capisco che fosse in qualche maniera inevitabile, ma sono avvilito da tutto ciò. In particolare mi sconforta chi crede davvero che Quagliariello, Cicchitto, Alfano, Formigoni e Giovanardi possano far nascere una destra moderna, dove per moderna si intende, immagino, meno becera di quella che l'ha preceduta.
Berlusconi è finito il giorno in cui ha rassegnato le dimissioni da Presidente del Consiglio nel 2011. Da allora è minoritario, nel paese, in Parlamento, persino nel partito che ha fondato.
Tutto ciò che è accaduto da allora non è da ascrivere a lui, ma alla manifesta incapacità delle altre coalizioni. Da Monti a Bersani a Grillo hanno fatto a gara nel fare più errori, nel dissipare i milioni e milioni di voti persi dal PDL. Se uno di questi soggetti avesse avuto un progetto, un programma, una squadra di governo credibili, ora staremmo parlando di un'altra storia. Ma nel futuro dell'Italia non c'è più Silvio Berlusconi. Potrà darsi che la figlia Marina, che i più invocano come successora, riesca a prendere voti, forse gli attuali "scissionisti" riusciranno a tenere a galla il centrodestra, chissà, forse addirittura a governare. Ma la vocazione maggioritaria che ha sempre mosso Berlusconi è un lontano ricordo. I suoi proclami di rivoltare il Paese, il miracolo italiano, la rivoluzione liberale che ha millantato per 20 anni è fallita. Questo è un fatto.
Dal 2011 gli attori principali delle sorte politiche italiane si chiamano Napolitano, Monti, Bersani, Grillo, Letta. Domani (speriamo) Renzi. Di sicuro non Berlusconi.
Solo il tic inguaribile del centrosinistra e di parte dei media continua a far apparire Berlusconi al centro della scena. Se anche ieri avesse fatto cadere il governo, se anche avesse compattato tutto il PDL, nel nostro futuro non c'è Berlusconi. Non più.
E visto che non rappresenta più una ipotesi plausibile nel nostro futuro, io non ne voglio parlare più. Vorrei parlare di come tornare a fare politica. Di partecipazione e partiti. Di come, da sinistra, si possa costruire e sperimentare una nuova idea di Paese.
La prima occasione mi si presenterà tra pochi giorni, il 4 e 5 ottobre alla Mostra d'Oltremare di Napoli, con l'iniziativa "Stazione Oltremare".
Una due giorni di politica, nella quale discutere e confrontarsi su temi come "città, aree interne e fondi europei", "Pd: nuove forme di partecipazione", "Territorio: ambiente, energia e innovazione".
Il programma completo dell'iniziativa prevede la partecipazione di centinaia di giornalisti, amministratori, bloggers, cittadini, imprenditori e politici che hanno voglia di guardare avanti. Sperando che il congresso del PD si tenga presto.

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