30.4.14

La spesa media settimanale? 40 euro. Non lo dice Pina Picierno, lo dicono le statistiche.


Strano Paese il nostro. Il Governo, come ormai sappiamo tutti, ha deciso di ridurre le tasse ai lavoratori dipendenti della fascia medio bassa. Il vantaggio, per coloro che guadagnano tra gli 8.000 ed i 24.000 euro all'anno, sarà di 80 euro al mese. Per quelli che guadagnano tra i 24.000 ed i 26.000 euro il vantaggio scende gradualmente e si azzera dopo i 26.000 euro.
Si tratta di una manovra che riguarderà oltre 10.000.000 di lavoratori. Quasi la metà degli occupati nel nostro paese (circa 22.000.000, dati Istat).
Non ho memoria di un provvedimento di tale impatto da quando seguo la politica.
Ciò nonostante, la misura è stata accolta dai commentatori in maniera, per me, strabiliante.
Un'analisi seria del provvedimento, come quella che si legge sul sito lavoce.info, dimostra alcune incongruenze che andranno affrontate e certamente rimane enorme il problema degli incapienti e dei pensionati, esclusi dal provvedimento.
Tutto questo, però, non è entrato, se non marginalmente, nel dibattito. L'unica questione sollevata è stata sull'entità del bonus, descritto come mancia o addirittura elemosina da una parte dell'opposizione.
In particolare ha destato scalpore la dichiarazione di Pina Picierno, candidata capolista del PD alle elezioni europee nella Circoscrizione Sud, che, parlando del provvedimento ha detto, tra l'altro, "con 80 euro si fa la spesa per due settimane".
Apriti cielo. La reazione è stata paragonabile a quella che ha seguito le dichiarazioni di Berlusconi sui lager nazisti.
In particolare sui social network si è scatenato lo scherno (nella migliore delle ipotesi) e l'insulto nei confronti della deputata del PD.
Anche davanti alla dimostrazione fornita da molti, con tanto di scontrini, la polemica non si è placata.
La questione è diventata surreale. Sembra di essere tornati all'inizio della legislatura, scontrini dappertutto.
Io sostengo che Pina Picierno abbia detto una cosa sensata e che chi se n'è beffata non sa bene quali sono le condizioni di vita in Italia oggi.
Ma partiamo dai dati reali. L'istat ci dice una serie di cose importanti:
Nel 2012, il 29,9% delle persone residenti in Italia è a rischio di povertà o esclusione sociale.
La metà delle famiglie residenti in Italia ha percepito, nel 2011, un reddito netto non superiore a 24.634 euro l'anno (circa 2.053 al mese). Nel Sud e nelle Isole il 50% delle famiglie percepisce meno di 20.129 euro (circa 1.677 euro mensili).
Il reddito mediano delle famiglie, che vivono nel Mezzogiorno è pari al 73% di quello delle famiglie residenti al Nord; per il Centro il valore sale al 96%.
Il 20% più ricco delle famiglie residenti in Italia percepisce il 37,5% del reddito totale, mentre al 20% più povero spetta l'8%.
Ma scendiamo nel dettaglio.
In Italia il 16,8% delle famiglie non riesce a fare un pasto adeguato almeno ogni due giorni. Il 21,2% non riesce a riscaldare adeguatamente l'abitazione.
Le percentuali al sud sono, rispettivamente, il 24,9% ed il 36,4%.
Capiamo di cosa stiamo parlando? Una famiglia su quattro al sud non è in grado di mettere nel piatto cibo a sufficienza almeno ogni 2 giorni.
Il 14,5% delle famiglie italiane è definito dall'Istat in condizioni di "severa deprivazione materiale" in quanto presentano almeno quattro di questi sintomi di disagio: i) non poter sostenere spese impreviste, ii) non potersi permettere una settimana di ferie, iii) avere arretrati per il mutuo, l’affitto, le bollette o per altri debiti; iv) non potersi permettere un pasto adeguato ogni due giorni; v) non poter riscaldare adeguatamente l’abitazione e: non potersi permettere: vi) lavatrice vii) tv a colori viii) telefono ix) automobile.
Al Sud il 48% degli individui, uno su due, è a rischio povertà ed esclusione sociale, in Italia lo è il 24,3% dei lavoratori dipendenti.
Ancora, nel 2011 l'8,9% delle famiglie ha dichiarato di non avere soldi a sufficienza per acquistare cibo. Al sud il 13,6%.
Se i fustigatori da social network avessero in mente queste statistiche, probabilmente avrebbero preso molto diversamente la dichiarazione di Pina Picierno.
Non siete ancora convinti?
L'Istat elabora anche i dati della spesa mensile media per famiglia:
La spesa media mensile per un operaio è di 490 euro al mese. A settimana, fanno 113 euro e stiamo parlando della media.
Ancora, la spesa per alimentari media di una famiglia del nord-est è di 451 euro (su 2800 euro totali). Sono 104 euro a settimana. Nelle isole la spesa media è ancora inferiore, 441 euro al mese su 1692 euro totali, 101,7 euro a settimana, incluse Pasqua, Natale ed Epifania (come si dice dalle mie parti).


Ovviamente la spesa varia a seconda dei componenti del nucleo familiare.
Un single che spende complessivamente circa 2.000 euro al mese, utilizza per la spesa 344 euro. A settimana fanno 74,5 euro, il 17,5% del reddito.


Visto che stiamo parlando di redditi che si aggirano intorno alla metà di quelli medi, vale a dire di famiglie che spendono complessivamente intorno ai 1.000, 1.200 euro, quanto sarà la spesa media in alimenti di queste famiglie? Se restassimo sulla stessa percentuale di incidenza, su un reddito di 1.100 euro la spesa sarebbe 192 euro al mese, 44 euro a settimana. Toh, siamo arrivati agli 80 euro di cui parlava la Picierno.
 Vogliamo utilizzare altre statistiche? L'Adoc ci dice che la spesa media mensile procapite degli italiani per alimenti è di 228,85 euro, pari al 15% del reddito. Fanno 52 euro a settimana (e stiamo parlando sempre di media). Addirittura se calcoliamo il 15% su 1100 euro risultano 38 euro a settimana.
Allora, chi è che vive sulla luna? Pina Picierno o i commentatori da salotto, mouse e telefonino?




12 commenti:

  1. Cavolate. basta andare nella stessa tavola e scorrere le tavole disaggregate per condizione professionale: è nel menù, poco sotto. Spesa media mensile per famiglie in altra condizione: disoccupati, in cerca di prima occupazione, casalinghe, studenti, inabile al lavoro, pensionato, in servizio di leva o in servizio civile 407,92 euro; per famiglie di operaio e assimilato: 490,35 euro al mese; per famiglie di ritirato dal lavoro: 444,33 euro al mese. Con le statistiche non si gioca.

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  2. Trovo che gli "80 euro al mese" siano stati un'ottima idea e mi sembrano ben equilibrati (a parte il discorso sui pensionati). Detto ciò le "statistiche" citate, sono dati manipolati ad arte. L'articolo assume uno stipendio medio in italia di 2000 euro (dato falso, quello vero è non superiore a 2000 ) dopodichè divide la spesa media 350 euro/mese a metà supponendo che chi guadagna mille faccia metà spesa (evidentemente ignorando la priorità della spesa rispetto ad altre uscite). Se la picerno avesse detto che 80 euro bastano per una settimana di spesa avrebbe detto giusto invece ha sbagliato. Pensare che gli 80 euro servano alle famiglie a rischio povertà (dov'è non c'è uno stipendio fisso) è un pollo di Trilussa, le famiglie a rischio povertà non percepiranno una fava perchè campano di precarietà e se scarichi cassette al mercato o fai il muratore in nero gli 80 euro non te li da' nessuno. La realtà è che questi 80 euro serviranno a dare un po' di margine a chi guadagna mille euro al mese, permettendogli di fare un minimo di progetti e di rilanciare l'economia. Come al solito non si è usato l'isee, quindi una coppia senza figli con due stipendi da mille avrà 160 euro di bonus, una coppia con uno stipendio da 2000 e due figli non prenderà una fava (nei paesi evoluti si usa il quoziente familiare che credo funzioni tipo isee)

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    1. Non ho manipolato le statistiche, ho usato i dati che ci sono nelle statistiche Istat. L'ultimo calcolo è ipotetico, infatti ho scritto "se restassimo sulla stessa percentuale di incidenza", purtroppo non ho trovato dati sull'incidenza per stipendi più bassi. Ma anche ipotizzando che incida di più, vogliamo dire il 20%, il 25%? Il ragionamento ne verrebbe intaccato? Io non credo.
      Sull'ultima parte del suo ragionamento sono d'accordo con lei, infatti sono le incongruenze citate nell'articolo della voce che ho linkato.

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  3. La spesa media settimanale? 40 euro. Non lo dice Pina Picierno, lo dicono le statistiche.

    Vergognarsi no???

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  4. Temo che hai preso una svista. Il calcolo che fai è soggetto a errori metodologici. Non ha senso utilizzare il mero rapporto tra spesa alimentare e spesa totale di un nucleo composto da single di età 35-64 anni come peso per la sitma della spesa di un nucleo composto da una persona con un reddito medio presunto di 1.100€ mensili. Perché? I motivi sono svariati. Innanzitutto non stai lavorando su un nucelo famigliare ma su una singola persona. Poi stai assumendo che la spesa totale di un individuo che guadagna 1.100€ mensili sia di 1.100€ medi mensili (inverosimile). Infine se fai due conti ti renderai conto che le altre tipologie di nuclei famigliari hanno una "percentuale di incidenza" differente (e superiore) ai famigerati 17,5% che hai imprecisamente calcolato (sono più esattamente 17,15%).
    La stima della spesa media mensile di un nucleo famigliare italiano indipendentemente dalla sua composizione è sotto agli occhi di tutti e la trovi facendo il totale in spesa alimentare diviso per 4 (468,32€/4 = 117,08€). Non esistono altri modi. Se vuoi calcolarla per tipologia di nucelo ti basta dividere la spesa media mensile per il numero di settimane della tipologia di nucleo famigliare che ti interessa. L'Istat fornisce le statistiche per nucleo e quindi la spesa è pro-nucleo, non pro-capite, anche perché la spesa, in generale, non può che essere pro-nucleo. Se il nucleo è composto da una persona allora potrebbe essere assimilabile alla spesa pro-capite. Sì, ma la spesa pro-capite di un nucelo composto da single. Infatti osservando attentamente i valori ti potrai accorgere che il numero di componenti per nucleo incide su quella "percentuale di incidenza" che hai calcolato, aumentandola. Ossia, il numero di componenti incide su quanto si spende di alimenti RISPETTO a quanto si spende in altro, ma la spesa complessiva sarà comunque più alta perché il nucleo è più grande, anche se in casa entra un solo stipendio!

    PS: il termine "incidenza" ha un significato completamente diverso da quello a cui ti riferisci. Usiamola con riguardo ;)

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    1. * ho scritto "La stima della spesa media mensile" ma intendevo quella settimanale (i 468,32€/4 = 117,08€).

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  5. ma se bastano 80 euro per due settimane, quindi solo 160 euro al mese per fare la spesa, che bisogno c'era di fare tutta sta caciara. solo spot elettorale quindi? e poi sicuramente vedrete che a chi riuscirà a prenderli questi 80 euro gli verranno tolti al più presto con i dovuti interessi. come sempre si prendono in giro i cittadini. è ergognoso.

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  6. La Picerno, come molti politici, dovrebbe documentarsi, esercitarsi e infine esprimere un concetto comprensibile:
    Gli 80 euro al mese per la spesa possono essere sufficienti o meno. Dipende da infinite variabili che non fanno una regola generale.
    Gli 80 euro di aumento (medio o meno) degli stipendi dovrebbe fornire un aumento della propensione al consumo delle fasce medio basse di reddito.
    Il giochino se sono tanti o pochi si risolve con una semplice battuta: alla fine saranno aumenti variabili da 80 a qualche decina di euro in busta paga e saranno un aumento che non si vedeva da decenni in nessun rinnovo di contratto di lavoro.

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  7. quindi, se ho capito bene, se uno guadagna 600€ al mese può fare la spesa con 19€ a settimana....il 15% su 600...geniale, veramente geniale..

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  8. ma come ragiona chi ha scritto l'articolo? parlo per esperienza personale: una famiglia che vive con 1000-1200 euro al mese, per il cibo spende qualcosa in meno degli altri, ma non la metà!!! lo sa chiunque che i poveri, in percentuale, spendono molto più in cibo che per le altre spese, perché al cibo non possono rinunciare, ma possono rinunciare a comprare vestiti, apparecchi elettronici, eccetera. Spesso non si riesce neppure a mangiare decentemente, ma 40 euro alla settimana in cibo forse può spenderli un single, di certo non una famiglia con figli!! chi ragiona solo con la statistica, senza conoscere minimamente le condizioni reali, prende cantonate enormi...

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  9. Noi in 2 spendiamo al mese tra i 150 ed i 250 euro, andiamo al discount!se non ce ne ci si arrangia! Non come certa gente che conosco che vive nella bambagia ed spende più di 2000euro al mese di spesa alimentare in 5 perché in un pranzo devono fare un menù diverso per ogni componente famigliare per i loro capricci,roba da matti! Solo il latte 3 patti diversi in famiglia perché se non è quello non lo bevono ed idem il prosciutto cotto ecc e se lo prendono a mezzogiorno la sera dopo puzza è da buttare, e potrei continuare a lungo...che gente sprecona che ce in giro e non sa come è la vita vera! Ed anche il rispetto per gli altri perché esistono solo loro ed i loro io voglio io devo! Ciao a tutti!!!

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