24.7.13

L’equivoco del lavoro ed il “modello” Expo2015


Sono anni in Italia che si parla di mercato del lavoro dal punto di vista legislativo. Ci siamo affrontati a colpi di piazze ed editoriali, comizi, riforme e controriforme. Abbiamo danzato attorno all'articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Abbiamo flessibilizzato, precarizzato, sommerso e poi tentato di far riemergere i posti di lavoro. Abbiamo dato la colpa a lacci e lacciuoli, alla burocrazia, ai sindacati retrogradi, agli imprenditori ciechi, ai giovani bamboccioni, ai politici corrotti, all'università che non è collegata al mondo del lavoro, agli immigrati, a quelli garantiti, a quelli che accettano paghe troppo basse.
Nel solco di questa infinita e, secondo me, improduttiva discussione, ieri sui media è rimbalzata la notizia di un protocollo innovativo siglato in occasione dell'EXPO 2015 di Milano che, secondo il Presidente del Consiglio Letta, può diventare un modello nazionale.
L'amministratore delegato della società Expo e commissario unico Giuseppe Sala ieri ha annunciato in pompa magna che i contratti appena stipulati sono la "dimostrazione di come si può flessibilizzare e derogare in materia di lavoro". La sua controparte sindacale, segretario generale della Cgil di Milano Graziano Gorla, invece, si vanta di aver "utilizzato gli strumenti normativi e contrattuali esistenti di primo e secondo livello, per governare le esigenze di un evento di questa portata, in materia di mercato del lavoro, sicurezza e formazione".
Ma in cosa consiste questo Modello Expo che anche secondo autorevoli commentatori, potrebbe diventare un modello nazionale? Secondo Lettera43 stiamo parlando di 800 contratti di lavoro. Mica pochi, viene da dire. Scendendo nel dettaglio si scopre che le tipologie contrattuali sono tre: contratti a tempo determinato, apprendistato e stage. Ora i contratti di lavoro veri e propri sono solo i primi, i contratti di apprendistato, infatti, sono contratti a causa mista, in cui assume notevole rilievo la parte di formazione. Per quanto riguarda gli stage, infine, essi non sono nemmeno annoverabili nei contratti di lavoro, tant'è che gli stagisti non hanno diritto ad una retribuzione ma ad un rimborso spese di circa 500 euro mensili, al quale va aggiunto il buono pasto di circa 5 euro.
I media parlano anche di 18.500 volontari che si alterneranno nel corso dell'evento. Almeno questi non li hanno inseriti nel conto dei lavoratori.
Sinora, devo dire la verità, non vedo niente di clamoroso. Mi pare di capire che una serie di contratti temporanei sono stati stipulati in occasione dell'EXPO 2015.
Ma andiamo allora a leggere direttamente il protocollo sottoscritto.
Il Contratto Colelttivo di riferimento è il CCNL Terziario, Distribuzione e Servizi. Nel protocollo vengono introdotte alcune figure professionali, con le relative declaratorie, in ragione della specialità dell'evento. Si tratta di "Operatore grande evento" (terzo livello), "Specialista grande evento" e "Tecnico sistemi di gestione grande evento" (entrambi secondo livello). Si definisce le durate dell'apprendistato per il conseguimento di dette qualifiche ed una riserva (10%) di posti in favore di cassaintegrati, lavoratori in mobilità, inoccupati e disoccupati a seguito di procedure di licenziamento. La durata dell'apprendistato è di 12 mesi per il conseguimento delle qualifiche di secondo livello e di 7 mesi per quella di terzo livello.
Più avanti si parla del ricorso ai contratti di lavoro a tempo determinato ed alla somministrazione a termine, stabilendo che con tali contratti si potrà coprire fino all'80% del fabbisogno di EXPO 2015 SpA e che i contratti saranno di durata minima di 6 mesi e massima di 12 mesi.
Negli allegati al protocollo si parla poi un po' di numeri e si scopre che il programma di apprendistato finalizzato al conseguimento delle nuove figure professionali prevede la partecipazione di 340 apprendisti, che il programma "Expo lavora" prevede la partecipazione di 300 lavoratori (di cui l'80% sarà costituito da contratti a tempo determinato o somministrazione a termine) e che il programma formagiovani prevede la partecipazione di 195 stagisti.
Dunque, tirando le somme, abbiamo: 
  • 300 contratti di lavoro a termine, di cui una parte, non quantificata, stipulata da soggetti diversi da EXPO 2015 SpA (i contratti di somministrazione, come si sa, prevedono la partecipazione di agenzie di intermediazione), di durata minima di 6 mesi e massima di 12 mesi;
  • 340 contratti di apprendistato, di durata di 7 o 12 mesi.
  • 195 stagisti, che non sono lavoratori.
  • 18.000 volontari.
Il tutto in un arco temporale di 2 anni.
Per carità, va tutto bene. Sono contento che agli stagisti siano garantiti un minimo di rimborso spese ed i buoni pasto e sono felice per i contratti di apprendistato e per l'inserimento delle nozioni di sicurezza nella parte formativa. Spero che l'EXPO 2015 rappresenti un'esperienza importante per i ragazzi coinvolti nell'apprendistato e nello stage, ma mi pare un po' eccessivo gridare eureka come se avessimo trovato la nuova formula per modernizzare il paese. Dovendo mettere i tag a questo post sceglierò: 6 mesi, 12 mesi, apprendistato, stage, contratto a termine, precari. Tutte parole che quelli della mia generazione sentono ripetere in continuazione. Avrei voluto metterci sviluppo, programmazione, stabilità e crescita. Allora sì che mi sarei entusiasmato.
(il post è stato pubblicato anche da Officine Democratiche)


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