Dunque, dopo il voto nella direzione nazionale del PD, c'è l'accordo. Un accordo ampio, che comprende sicuramente PD e Forza Italia, ma probabilmente anche Scelta Civica e Nuovo Centro Destra. Forse anche SEL. Fuori, come sempre, rimangono Grillo e il suo partito freezer che hanno congelato 9 milioni di voti.
Un accordo ampio anche per quanto riguarda i contenuti: legge elettorale, abolizione del Senato come lo abbiamo conosciuto sinora, abolizione definitiva delle Province e nuova riforma del Titolo V della Costituzione.
Si può essere scettici sulla tenuta dell'accordo (ma, visti i tempi dettati da Renzi, risolveremo i nostri dubbi molto presto). Si possono avere legittimi dubbi sul merito dell'accordo, ma una cosa è certa: la politica italiana non subiva un'accelerazione così veemente dai tempi di tangentopoli, quando il movimento dei referendum costrinse il Parlamento ad approvare il Mattarellum e, subito dopo, ad intraprendere una serie di riforme importanti.
Il merito è ovviamente degli elettori del PD che, nonostante il PD, nonostante le tante delusioni e le infinite vicissitudini del partito, a Dicembre si sono recati ancora una volta in massa ai gazebo per votare il nuovo segretario. 3 milioni di cittadini disposti a pagare ancora una volta 2 euro per smuovere la politica dall'inspiegabile torpore che l'avvolgeva.
Matteo Renzi, forte di quel voto, dal 9 dicembre ha cominciato a correre come un matto.
Per la prima volta in vita mia mi è venuto in mente un paragone quasi sacrilego. Per me, maradoniano senza se e senza ma, l'azione di Renzi è paragonabile al gol del secolo. Quando Diego prese la palla a centrocampo e con una magica giravolta si liberò di due avversari, nessuno poteva sapere che qualche secondo dopo avrebbe depositato il pallone alle spalle di Shilton. Così, con lo splendido discorso della vittoria alla primarie, Matteo Renzi ha cominciato la sua corsa verso la porta. Il gol ancora non l'ha segnato, siamo ancora distanti dalla porta e tutto può avvenire, ma i primi dribbling sono stati entusiasmanti e siamo in quella fase in cui il pubblico, presagendo la segnatura, comincia ad alzarsi dal sediolino, pronta ad esultare.
Ogni tanto temo che sia solo la mia voglia di cambiamento che mi spinge ad essere così fiducioso. Speriamo di no.
Tornando seri, una cosa va chiarita. Anche oggi, su Repubblica, ci si chiede cosa distingua il patto siglato da Renzi e Berlusconi dai tanti (peraltro falliti) tentativi di inciucio ai quali abbiamo assistito in questi 20 anni.
Beh, la risposta credo sia semplicissima. Il contenuto di questo accordo è sotto gli occhi di tutti. Chiaro e limpido. Gli altri tentativi, i vari patti della crostata, invece, riguardavano anche le questioni personali e personalissime di Berlusconi.
Matteo Renzi non ha parlato di giustizia con il Cavaliere. Né di conflitto di interessi. Non ha cercato l'intesa cedendo su quei temi, come invece ha tentato di fare più volte il centrosinistra.
Matteo Renzi non ha parlato di giustizia con il Cavaliere. Né di conflitto di interessi. Non ha cercato l'intesa cedendo su quei temi, come invece ha tentato di fare più volte il centrosinistra.
Si può condividere o meno, ma l'accordo raggiunto riguarda solo ed esclusivamente le riforme.
Tra qualche settimana sapremo se possiamo esultare per il gol o dovremo metterci le mani tra i capelli per l'ennesima occasione sprecata, ma di una cosa siamo certi: c'è una differenza enorme tra quello che sta facendo il nuovo PD e gli inciuci di dalemiana memoria.
Sembra tanto che teniate a sottolineare le differenze con l'operato di D'Alema, quasi a giustificarvi. Gli italiani sono intelligenti da discernere un'inciucio da una proposta seria. L'incontro sulle riforme con un leader di un altro partito è cosa buona e giusta. Il problema è che avete legittimato uno che è stato estromesso dal parlamento per una condanna definitiva. Avete dato visibilità a una persona che ha tante pendenze giudiziarie, qualcuna anche per massoneria, compravendita voti, abuso di poter per andare a letto con una minorenne. Senza guardare al nuovo avete riesumato e dato valore a qualcosa che sa di vecchio in questo paese, già visto. Renzi e D'alema hanno una cosa in comune: Berlusconi.
RispondiEliminafabio, in effetti il tono di dire, intanto lo abbiamo fatto ,non mi piace perchè è come sparare sulla croce rossa di dalemiana memoria. comedici ti, intanto aspettiamo, e vediamo. se sarà sarò io il primo ad voler stringere la mano a chi ha fatto questo miracolo. detto ciò 1)diego ha fatto gol anche + belli, 2) diego era diego e non si paragona o ricorda nessuno, 3) i mondiali li ha vinti anche perchè c'era gente come burruchaga, valdano, ruggieri affianco, e al masimo solo lui poteva giocare da solo, si gioca insieme. quando vuoi per quell'appuntamento mangereccio!
RispondiEliminaPiero, dobbiamo aspettare pochissimo. In un paio di mesi la legge elettorale dovrebbe essere approvata. Sui paragoni... l'ho detto che era sacrilego! ;-)
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