27.11.13

5 stelle. Pensavo fosse rivoluzione e invece era un calesse.


"Perché calesse? ...per spiegare al meglio la delusione di un qualcosa le cui aspettative non sono state mantenute, poteva essere usato un qualsiasi altro oggetto , una sedia o un tavolo, che si contrappone come oggetto materiale all'amore spirituale che non c'è più. Mi piaceva e poi si possono trovare tante cose con il calesse: si va piano, si va in uno, si va in due, ci sta pure il cavallo...Quando non è più amore ma <>, bisogna avere il coraggio della fine, piano piano, con dolcezza, senza fare male...ci vuole lo stesso impegno e la stessa intensità dell'inizio." (M.Troisi)
Sono tra quelli che avevano riposto una qualche speranza nel risultato elettorale ottenuto dal Movimento 5 stelle. 9 milioni di voti. Tanti parlamentari. A 9 mesi dal voto il mio ottimismo di allora ha lasciato spazio ad una cocente delusione.
La montagna ha partorito un topolino, anzi, a ben guardare nemmeno quello.
Non voglio tanto parlare delle mille chicche e stramberie che i seguaci di Grillo ci hanno regalato in questi mesi (che pure un po' dovrebbero farci riflettere: tra microchip, scie chimiche, Pino Chet, sirene, l'uscita su Nassiriya, etc. etc.). Non mi voglio impicciare nelle loro beghe interne, tra epurazioni ed editti bulgari. Non voglio nemmeno tornare sul fatto che dopo aver passato i primi 100 giorni a parlare di scontrini e diarie hanno poi deciso di usarle, le diarie. E non voglio neanche stigmatizzare alcune forme di "protesta" utilizzate dai parlamentari (le ascese ai tetti del parlamento o i telefonini che suonano in aula) che potrebbero essere un tono di colore da affiancare all'azione istituzionale.
No, la vera delusione viene proprio dalla mancanza di una vera e decisa strategia parlamentare.
Conosco già la risposta dei pentastellati. "tagli alla spesa e reddito di cittadinanza sono una realtà grazie alla nostra esistenza".
Ebbene, rifiuto totalmente questo ragionamento. La battaglia sul reddito di cittadinanza, ad esempio, è vecchia come il cucco. In Europa si organizzavano movimenti transnazionali sul reddito di cittadinanza quando Grillo ancora non sapeva nemmeno cosa fossero i computer che di seguito avrebbe cominciato a spaccare. Negli ultimi 30 anni è stato un cavallo di battaglia di molti partiti di sinistra, rivendicarla da parte del M5S è solo un atto di arroganza.
E poi, che differenza c'è tra un sondaggio, una protesta ed un partito politico che viene eletto in parlamento?
Al M5S sembra sfuggire completamente la differenza tra proposta e protesta, tra denuncia e risultato politico. Sono 106 i deputati del gruppo M5S. E sono 50 i Senatori. Ma davvero ritengono di poter rivendicare come un loro risultato il fatto che altri approvino un provvedimento (peraltro minimo) sul reddito di cittadinanza? Ma davvero ritengono di aver impresso una svolta alla politica italiana?
E per quanto tempo ancora potranno invocare come "scusa" il fatto di non avere il 51% del Parlamento quando sappiamo tutti che ciò non avverrà mai? Un partito che non è stato in grado, dopo la parentesi dell'elezione del Presidente Grasso al Senato, di stringere una sola alleanza in Parlamento, che non ha approvato un solo provvedimento di rilievo, con che faccia si presenta ai propri elettori che ha illuso con la promessa di una rivoluzione? 
Sì, sì. Già li sento. "pdl e pdmenoelle sono la stessa cosa", "vergogna" e "vaffanculo". "Chi ti paga?" e altre amenità simili. Ma tutti gli insulti del mondo non cancelleranno la più grande occasione sprecata dell'Italia Repubblicana.

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