20.11.13

Caso Cancellieri. Io la penso così.


Per me doveva dimettersi. Per Matteo Renzi anche. Per Cuperlo pure e persino per Civati.
Doveva dimettersi per buona parte dei parlamentari del PD.
Anna Maria Cancellieri, però, a dimettersi non ci pensa proprio.
Si sarebbe potuta votare una mozione di sfiducia individuale, visto che anche il M5S ne chiede le dimissioni.
Ma il Presidente del Consiglio Letta ieri si è presentato alla riunione di deputati e senatori e ha chiesto di non presentare alcuna mozione e di non votare quella del M5S. Lo ha fatto senza argomentare troppo. Anzi, senza argomentare affatto. Non ha nemmeno tentato una difesa della ministra. Ha detto solo "se sfiduciate lei, sfiduciate tutto il governo. Non ce lo possiamo permettere". 
I gruppi non se la sono sentita, quindi, di far cadere il governo.
L'attuale segretario del PD, Guglielmo Epifani, a quella riunione non c'è nemmeno andato.
Oggi tutti a dire che Renzi e Civati si sarebbero piegati.
Mi spiace, ma questa lettura è francamente inaccettabile. Né Matteo Renzi, né Cuperlo, né Civati sono segretari del PD. Renzi non è neppure in Parlamento. Chiedere a loro tre conto di questa scelta è davvero incomprensibile. 
Tutti a chiedere unità. Tutti contro le correnti e poi, alla prima occasione, tutti a chiedere che questo o quello (e i loro) votino diversamente da come si è deciso a maggioranza. Fatevi vedere da uno bravo.
Oggi ne sono più che mai convinto. Quello a cui abbiamo assistito è l'ennesimo colpo di teatro di un gruppo dirigente scollato dalla realtà e dal suo elettorato. Dall'8 dicembre si cambia registro. Si cambia verso.

1 commento:

  1. Io la vedo così: per presentare una mozione di sfiducia alla Camera servono 63 voti. Civati ieri sera di firme ne aveva raccolte 15. E' andato all'assemblea del gruppo parlamentare del PD e ha presentato la mozione. Ma prima è intervenuto Letta a dire che se cadeva la Cancellieri cadeva il governo, poi è intervenuto Cuperlo e ha minacciato, infine i renziani hanno fatto inversione a "U" e mentre prima dicevano "si alla sfiducia" improvvisamente hanno detto "sì, signore". A quel punto a Civati restavano solo opzioni di testimonianza, cioè la partita l'aveva comunque persa, poteva solo fare un gesto dimostrativo, inutile. La prima opzione era votare la mozione del M5S, che però faceva schifo sia per come era scritta tecnicamente, sia per i contenuti. Oppure poteva astenersi. In entrambi i casi rischiava l'espulsione dal PD a dieci giorni dalle primarie. E il tutto per non ottenere niente, solo una prima pagina sul giornale.

    Quanto all’intervento di Cuperlo, riporto qui questo brano, diretto indovinate a chi: “La stessa chiarezza con la quale mi permetto di dire che non è accettabile che si assuma individualmente, e a mezzo stampa, l’iniziativa di una mozione di sfiducia verso un ministro del nostro governo, senza prima porre quel tema nella sede deputata che è l’assemblea del gruppo parlamentare al quale si è aderito. E però capisco che in un partito dove anche votare la fiducia al governo è diventata una variabile soggettiva, questa non sia considerata una priorità.”
    Ora, Civati era proprio lì, all’assemblea, a presentare la sua mozione e – come detto prima - cercava altre firme tra i seguaci di Renzi che nel frattempo avevano deciso di soprassedere. Perché? Chiedetelo a loro.

    Conclusione. Non ho parole per definire, nell'ordine: Letta, Renzi e Cuperlo.
    Letta, perchè tenere in piedi un governo con questi metodi è impensabile; Renzi perchè questa era la sua occasione per far vedere come dovrebbe comportarsi il segretario di un importante partito e si è giocato banalmente l'opportunità; Cuperlo, perchè ha dimostrato che non potrebbe mai fare il segretario di un partito, uno qualunque.

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